Nell'ambito della mostra Dei Ritratti al Museo dell'Antica Capua
Teatri di Pietra partecipa alla Mostra Dei Ritratti - idee e proposte per l’allestimento della
sezione romana del museo archeologico dell’antica capua, inaugurata il 5 ottobre scorso nell’ambito della manifestazione "mille e una archeologia " promossa dalla Soprintendenza per i Beni archeologici delle Province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, dalla Provincia di Caserta, il Comune di S.Maria Capua Vetere e da ARTE,m .
sezione romana del museo archeologico dell’antica capua, inaugurata il 5 ottobre scorso nell’ambito della manifestazione "mille e una archeologia " promossa dalla Soprintendenza per i Beni archeologici delle Province di Salerno, Avellino, Benevento e Caserta, dalla Provincia di Caserta, il Comune di S.Maria Capua Vetere e da ARTE,m .
Due le iniziative in programma : giovedi 25 STUDIO per ECUBA alle 21,30 e domenica 28 alle 22,00 TRAVERSée du MITHE- favola metafisica dedicata e ispirata ai reperti presenti nella mostra attraverso un viaggio nel mito.
Con questa iniziativa CapuA Antica Festival ritorna dopo quattro anni nella città di Santa Maria Capua Vetere dove nel 2000 è nata l'esperienza dei Teatri di Pietra, rete per la valorizzazione dei teatri antichi che oggi conta oltre trenta siti in sei regioni.
la mostra: Dei
ritratti.
Francesco
Sirano
Il
racconto storico del Museo dell’Antica Capua si interrompe al
momento corrispondente alla punizione inferta da Roma a seguito del
sostegno ad Annibale da parte dei Campani. Se l’aristocrazia
capuana fu decimata, a partire dal II secolo a.C. la città fiorì
tanto da giustificare la definizione ciceroniana di altera
Roma.
Centinaia di sculture, iscrizioni, mosaici, affreschi, ceramiche,
monete, materiale fittile sono conservati nei depositi in attesa di
contribuire a ricostruire ed illustrare l’affascinante racconto
storico di Capua romana. La mostra propone una scelta minima, ma
significativa, di alcune sculture di divinità ed eroi datate dal I
secolo a.C. al II d.C. per la prima volta presentate al pubblico.
Sebbene le circostanze di ritrovamento non siano state registrate per
tutti i reperti, la scelta esemplifica statue originarie tanto da
edifici pubblici, quanto da contesti domestici.
Nella
inusuale e stimolate cornice di un deposito di materiale archeologico
per l’occasione riportato alla sua più genuina funzione di
laboratorio, il pubblico incontra marmi di dimensioni colossali e di
eccezionale qualità artistica, come le teste di Ercole a riposo e
dell’eroe ateniese del tipo cosiddetto del Re di Monaco; statuette
di piccolo formato arredo di lussuosi ambienti e di giardino, come
l’Attis parte di un trapezoforo e il Dioniso arcaizzante tipo
Braschi; sculture ideali che ripropongono con intonazione di rara
eleganza il tipo dell’Afrodite pudica e la testa di un Apollo
citaredo. Infine, in un ambiente contiguo ma distaccato dai
precedenti, in un’atmosfera di intima partecipazione, il
visitatore è posto a confronto con una splendida quanto enigmatica
statua di giovane assiso recuperata nel corso di uno scavo di
emergenza (2009), ispirata allo stile in voga tra la fine del V e gli
inizi del IV secolo a.C., e che sembrerebbe essere stata scolpita
ancora nel I secolo a.C.
Lo
scopo della mostra è consentire al pubblico di partecipare e
ri-costruire, secondo le proprie inclinazioni, il processo di
formazione della conoscenza critica di un monumento antico dal suo
ritrovamento all’esposizione. Si tratta di un laboratorio il cui
solo allestimento ha già raggiunto il primo ragguardevole risultato
sul personale interno a vario titolo implicato creando un gruppo di
lavoro che ha messo in comune un metodo. Su questa base si offrono
ipotesi di esposizione, multipli stimoli didattici, visuali,
suggestioni dal contesto ambientale, dati scientifici, spunti di
studio e riflessioni poetiche sui soggetti presentati. Non si tratta
di esporre i risultati sia pure parziali di una ricerca, ma piuttosto
di invitare il pubblico a ripercorrere anche fisicamente alcuni spazi
e ad accompagnare alcune delle numerose operazioni necessarie per
giungere dal ritrovamento di un reperto archeologico a proposte di
allestimento meditate, sedimentate, per quanto possibile condivise e,
soprattutto, in grado di comunicare e di ottenere una reazione anche
emozionale da parte dei fruitori.